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Di tutti gli aspetti connessi alla sfera del sogno quello della bizzarria onirica è forse il più sorprendente e quello che più allontana il sognatore dalla realtà della veglia. Si deve a tale fenomeno se la psicoanalisi freudiana ha giudicato il sogno deformato e bisognoso di interpretazione, e se le neuroscienze lo hanno ritenuto un prodotto casuale del sonno REM. Il presente lavoro costituisce un approfondimento sul tema delle distorsioni visive e delle incongruenze narrative frequenti nell'esperienza onirica, sotto tre punti di vista: la bizzarria nella storia del sogno, dagli autori greci e latini fino al Cinquecento; l'esame degli oltre cinquanta contributi scientifici apparsi negli ultimi decenni del Novecento e nel primo di questo secolo; una nuova ipotesi su come si genera il fenomeno della bizzarria. Ad un certo momento, infatti, si viene ad infrangere la coerenza narrativa e visiva che fa credere al sognatore di vivere un'esperienza reale, e l'evento bizzarro, con la sua carica di illogicità e di violazione delle leggi fisiche, fa il suo ingresso sulla scena del sogno. La tesi è che ciò avvenga quando la volontà del sognatore non riesce ad affermarsi e viene coartata da un diverso esito della trama. Il meccanismo è quello del rifiuto della realtà a seguito della frustrazione del desiderio che Freud aveva individuato per i sogni diurni e le fantasie inconsce; ma che egli non avrebbe applicato alla fenomenologia onirica, anteponendogli quello della censura.